Cristina Bagnara Photographer
Gen Z

“Z” 

Il nuovo mondo.

 

Sono i ragazzi nati approssimativamente tra il 1996 e il 2012, dove la Z indica la successione cronologica alla generazione Y (i cosiddetti Millennials), ma sta anche a significare zero. 

Infatti pensano di partire da zero: 

la trasformazione del mondo è così radicale tanto da non consentire alle generazioni precedenti di essere una guida per loro, ma eventualmente parte di un dialogo.

Io rientro nella generazione X.

E confesso di non aver mai avvertito, né troppo sofferto le differenze generazionali, in quanto ho sempre sentito, durante il passare di un ragionevole arco di tempo, molte connessioni con chi aveva differente età. 

Nonostante la distanza intercettavo comunque simili interessi, modi di vedere e interpretare la realtà, un senso di appartenenza alla stessa comunità.

Oggi, al contrario, guardo questi ragazzi e per me sono un mistero, sono affascinanti: sensibili, ansiosi, incerti eppure lucidi.

Vorrei avvicinarmi e porre loro domande sensate: chiedere come stanno, come si sentono.

Sono giovani che vivono un mondo profondamente mutato e complesso e come tali vanno scoperti: allora (curiosa) li incontro per circa un’ora in un luogo che amano, parliamo, e poi click: li fotografo.

E scopro che Il loro sguardo è sorprendentemente determinato.

Alessandro, 20 anni.
Studente in giurisprudenza e praticante sarto.
Appassionato di moda, specialmente quella vintage, per la sua attitudine circolare.
Adora la musica sperimentale (qui siamo nel retro del “Freakout Club” di Bologna) ed il viaggio inteso come libertà di movimento. Non ama definirsi e non prova senso di appartenenza a nessun luogo.
“L’esodo, il grande esodo”, quello raccontato da Battiato, non lo coglierà impreparato.

Rachele, 21 anni.
Italiana di origini nigeriane.
In seguito all’ottenimento di una borsa di studio è ora studentessa della prestigiosa “Central Saint Martins” di Londra.
Ha preferito varcare i confini trasferendosi in una grande città multi culturale, non nascondendo il timore che nel nostro paese, forse, non avrebbe goduto delle stesse possibilità.
La sua tesi di laurea è costituita dalla progettazione e realizzazione dei contenuti di un libro dedicato al tema dell’integrazione delle persone di colore nel Regno Unito.
Qui siamo a Lido di Classe, dove nell’ultimo anno, con due suoi carissimi amici, Diego e Riccardo, è andata qualche volta a vedere l’alba sul mare.

Domenico, 21 anni.
Pianista.
Si diploma in pianoforte al conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna e si perfeziona con il maestro Boris Petrushansky all’interno dell’Accademia “Incontri Col Maestro”.
Studia composizione ed è appassionato di opera e repertorio lirico.
Qui siamo nello studio della sua casa a Ravenna e nella secolare pineta San Vitale, tra lagune salmastre e incontri fortuiti di cavalli al pascolo.

Emma, 22 anni.
Attrice.
Qui all’alba ed un pò assonnata nel molo della sua città, Cervia.
La recitazione è la strada che ha sempre desiderato percorrere, da che ha memoria.
Dopo una formazione teatrale ed un diploma presso l’accademia di Ivano Marescotti ha lavorato per cinema e tv.
È ora in uscita nelle sale con un piccolo film indipendente intitolato “Le ragazze non piangono”.

Alessandro, 22 anni.
Studente di medicina e chirurgia in lingua inglese all’università di Torino.
Qui a Ravenna, nel cortile della casa dei suoi genitori.

Camilla, 19 anni.
Studentessa.
Mamma di Chloe da 18 mesi.
Qui nella “valle del vento” nei pressi di Forlì, uno dei suoi luoghi preferiti.

Thomas, 22 anni.
Studente di infermieristica.

Qui nel giardino dell’ospedale Amedeo di Savoia a Torino, dove svolge un periodo di pratica presso il reparto di malattie infettive.
La vocazione per questo lavoro è giunta improvvisa e potente a seguito di un’ altra scelta complessa.
A 16 anni ha intrapreso un percorso di scoperta di se stesso nell’ambito del genere che lo ha portato a cambiare quasi ogni aspetto della sua vita.

Paola Francesca, 26 anni.
Nata a Napoli e studente a Milano.
Qui in Romagna per amore.

Francesco, 17 anni.
Nel suo futuro vede la medicina, forse perchè la sua attitudine è lavorare per le persone.
C’è anche possibilità scelga l’informatica, o magari una combinazione delle due cose. Nella sua immaginazione lo sfondo ideale, al momento, sarebbe il Giappone.
È affascinato dai contesti urbani, specie se distopici: qui ne abbiamo immaginati alcuni nella darsena di Ravenna.